LUSSAZIONE DI CLAVICOLA: INTERVENTO CHIRURGICO O TRATTAMENTO CONSERVATIVO?

Autore: Tommaso Consoli Fisioterapista

Hai subito un trauma alla clavicola e fatichi a muovere tutto il braccio? Potresti avere una lussazione 

clavicolare, affidati a dei professionisti per scoprire il percorso per il tuo recupero.

Tempo di lettura: 4 minuti 

UNO SGUARDO D’INSIEME

Come abbiamo visto nei precedenti articoli che puoi trovare sul nostro sito, l’articolazione della spalla è caratterizzata da un’anatomia ossea poco soddisfacente in termini di stabilità ma da un ruolo assolutamente dominante del sub-sistema attivo (muscoli e tendini) in questi termini.

Questa affermazione è vera se con “spalla” si prende in considerazione l’articolazione fra la testa dell’omero e la cavità glenoidea della scapola ma in quanto “complesso articolare”, si tratta di numerose articolazioni che giocano un ruolo fondamentale nel garantire gli altrettanti numerosi gradi di movimento della spalla.

Il focus di questo articolo sarà una delle articolazioni di questo complesso: l’articolazione acromion- claveare che puoi vedere in foto.

Come puoi vedere, l’articolazione acromion-clavicolare gode del supporto di diverse strutture legamentose, indispensabili per garantirne la congruità anatomica e la trasmissione delle forze dagli arti superiori alla porzione assiale del corpo.

Queste strutture costituiscono parte sub-sistema passivo di questa articolazione e saranno reperti fondamentali da analizzare per indirizzare le strategie terapeutiche.

LA LUSSAZIONE

In particolare, affronteremo la lussazione dell’articolazione acromion-claveare, ossia la parziale perdita dei rapporti articolari fra clavicola e acromion; si tratta di una lesione comune nei contatti sportivi ad alto impatto ma è una condizione che può verificarsi anche nella popolazione generale a seguito di traumi o cadute con il braccio in estensione.

Come è facile supporre, le cause principali di questa lesione sono impatti ad alta energia diretti o indiretti sull’articolazione della spalla che possono generare lesioni più o meno estese al compartimento legamentoso di questo distretto.

I SINTOMI

I sintomi includono dolore, gonfiore, instabilità della spalla e tenderness nella zona della lesione. 

Tendenzialmente il paziente sa riferire precisamente il meccanismo lesionale la sua presentazione clinica è caratterizzata dalla tendenza a mantenere il braccio addotto per alleviare il dolore.

È SEMPRE NECESSARIO L’INTERVENTO CHIRURGICO?

Il primo fondamentale step da affrontare è un’accurata valutazione del caso; soprattutto è fondamentale escludere la presenza di lesioni del plesso brachiale, compromissioni vascolari e fratture associate che possono aggravare la condizione e richiedere un intervento immediato.

Se hai subito un trauma in questa regione, prenota una visita specialistica per un corretto inquadramento e per stabilire il grado di gravità della lussazione dipendente dall’entità della lesione dell’apparato legamentoso, questo ci consentirà di guidarti al meglio verso il tuo recupero.

La classificazione più comunemente utilizzata per questa lesione è la classificazione Rockwood, che va da Grado I a Grado VI in base alla gravità della lesione.

Il trattamento varia proprio a seconda del grado di lesione. Per i gradi I e II, si consiglia solitamente un trattamento conservativo con immobilizzazione temporanea e riabilitazione. Per i gradi III e superiori, può essere necessario un intervento chirurgico.

In generale, i tempi di recupero variano in base alla gravità della lesione, da alcune settimane a diversi mesi. 

TRATTAMENTO CONSERVATIVO

Nelle lussazioni di primo e secondo grado, la strategia principale è la gestione conservativa, che implica un periodo di immobilizzazione fino a 7 giorni per le lussazioni di primo grado e di due settimane per quelle di grado due. 

All’immobilizzazione segue un intenso percorso di riabilitazione patologia-specifica caratterizzato da terapia manuale ed esercizio terapeutico; le modalità di quest’ultimo variano sulla base dei progressi del paziente in termini di recupero della fisiologica mobilità articolare e sulla riduzione della sintomatologia dolorosa. 

Inizialmente saranno proposti esercizi a Catena Cinetica Chiusa (CCC) ed esercizi di controllo scapolare, quando la sintomatologia lo permette, inseriremo esercizi in Catena Cinetica Aperta (CCA) ed esercizi di rinforzo prima a escursione ridotta e poi a ROM completo.

Progredendo nel percorso riabilitativo l’approccio patologia-specifico deve lasciare spazio all’approccio attività-specifico, per garantire il corretto recupero delle performance nelle attività di maggior coinvolgimento del paziente (sport, lavoro…).

Il ritorno alla pratica sportiva va concordato con il fisioterapista e può richiedere dalle 2 alle 8  settimane. 

Per scoprirne di più dai un’occhiata ai nostri profili social, troverai qualche esempio di esercizio utile

La chirurgia è considerata solo se la lussazione rimane sintomatica o se il ritorno all’attività sportiva è impossibile entro 3-6 mesi dalla lesione.

Nelle lussazioni di grado superiore al quarto, di solito si consiglia la chirurgia a causa dell’instabilità della lesione che può compromettere la funzionalità dell’arto superiore.

CONCLUSIONE

In conclusione, la lussazione acromion-claveare è una lesione che richiede una diagnosi accurata e un trattamento mirato in base alla gravità della lesione. Ci teniamo a sottolineare l’importanza di affidarsi ad esperti, in grado di identificare correttamente il tuo punto di partenza; la riabilitazione svolge un ruolo chiave nel recupero del paziente, ed è importante seguire un programma adeguato per ottimizzare i risultati.

Autore: Tommaso Consoli Fisioterapista

Fisioterapia e Osteopatia a Brescia

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