Dolore alla Cervicale
Autore Marco Repele Fisoterapista
tempo di lettura 3 min
Fisioterapia e Osteopatia a Brescia
Il collo. Una delle componenti anatomiche più sottovalutate dell’intero corpo umano: la sua funzione è di estrema importanza, ossia fungere da “ponte” tra la testa e tutto il resto del corpo.
Ma facciamo un passo più nel dettaglio…
ANATOMIA DELLA COLONNA CERVICALE
Le vertebre della colonna cervicale sono precisamente 7, di forma e dimensioni differenti a seconda della vicinanza o meno alla base del cranio. Ogni vertebra cervicale forma un’articolazione vera e proprio con la vertebra precedente e con la successiva.
Tra osso e osso, si staglia un disco di cartilagine che ammortizza le forze di compressione e supporta i movimenti del rachide.
A far lavorare su tutti i piani queste ossa ci pensa la muscolatura del collo: essenzialmente sono 4 e svolgono tutti una funzione di stabilizzazione.
Il trapezio superiore si occupa di avvicinare l’orecchio alla spalla, inclinando il capo.
Splenio del capo e splenio del collo si occupano di estendere la testa indietro permettendoci di guardare in alto.
Infine l’elevatore della scapola funge ben 3 di queste azioni: estende, inclina e ruota il collo omolateralmente.
DOLORE ALLA CERVICALE: COSA PUo’ ESSERE?
Le cause possono essere molteplici, resta da capire se la causa sia direttamente attribuibile al collo oppure alle strutture circostanti.
Ma analizziamo con ordine le varie opzioni.
Le fratture delle vertebre cervicali possono essere conseguenza di trauma diretto (incidente stradale per esempio) oppure trauma indiretto (un banale tuffo in piscina con impatto sulla superficie dell’acqua).
In entrambi questi casi è opportuna una valutazione specialistica coadiuvata da corretta radiografia per individuare nel dettaglio il problema.
Molto frequente è un’eccessiva tensione della muscolatura del collo, in particolare del trapezio superiore: la causa potrebbe essere una postura viziata, tipica di coloro i quali svolgono attività lavorative sedentarie davanti ad un computer.
In questo caso possiamo agire allentando la contrattura muscolare che si è formata sul trapezio, e istruire il paziente sugli stratagemmi da adottare affinché la problematica non si ripresenti in futuro.
HO SEMPRE BISOGNO DELLE MANI DEL TERAPISTA O POSSO SVOLGERE DELLE ATTIVITà IN AUTONOMIA A CASA?
La risposta è “entrambe le opzioni”. Il lavoro del terapista, il quale oltre ad istruire il paziente sull’adeguata correzione di fattori che peggiorano il sintomo, pone come obiettivo primario la riduzione del dolore.
La terapia manuale in questo frangente è la soluzione iniziale più corretta per approcciarsi al problema: grazie alle manovre di trazione del collo, denominata pompage cervicale, il terapista è in grado di ricostituire la corretta idratazione dei dischi cartilaginei che separano le vertebre.
Successivamente, è importante ridisegnare un corretto asset posturale, affinché il lavoro precedentemente svolto non sia stato vano: si procede quindi a rinforzare la muscolatura del capo e del collo con esercizi contro resistenza (utilizzo di un elastico oppure sfruttando le mani stesse del paziente che fungeranno da ostacolo da vincere).
Tutte queste metodiche verranno approfondite durante la seduta fisioterapica in studio e verrà insegnato al paziente come sfruttare strumenti di uso domestico e adattarli successivamente allo scopo riabilitativo: un esempio molto comune è l’uso di un semplice asciugamano arrotolato e utilizzato per creare una trazione passiva del collo nelle varie direzioni.
MA QUANTO Può DURARE QUESTO PROCESSO DI RECUPERO?
Partendo dal presupposto che, fratture vertebrali a parte, le problematiche cervicali sono situazioni croniche che un paziente si porta dietro da diverso tempo, e non sempre di facile e veloce risoluzione: oltre alle capacità del terapista, una parte fondamentale del processo di guarigione è la compliance del paziente, ossia la sua voglia di guarire e l’impegno nell’affrontare il problema con dedizione e attenzione.
Nel nostro studio crediamo fermamente che per la buona riuscita di un percorso riabilitativo, il rapporto fisioterapista-paziente sia indispensabile, cosi come la convinzione e l’impegno di entrambe le figure per l’obiettivo comune: un paziente che è convinto di poter guarire ottiene risultati estremamente più soddisfacenti!
Non ti resta che metterci alla prova, ti aspettiamo a braccia aperte!
Autore Marco Repele fisoterapista
Il collo. Una delle componenti anatomiche più sottovalutate dell’intero corpo umano: la sua funzione è di estrema importanza, ossia fungere da “ponte” tra la testa e tutto il resto del corpo.
Ma facciamo un passo più nel dettaglio…
ANATOMIA DELLA COLONNA CERVICALE
Le vertebre della colonna cervicale sono precisamente 7, di forma e dimensioni differenti a seconda della vicinanza o meno alla base del cranio. Ogni vertebra cervicale forma un’articolazione vera e proprio con la vertebra precedente e con la successiva.
Tra osso e osso, si staglia un disco di cartilagine che ammortizza le forze di compressione e supporta i movimenti del rachide.
A far lavorare su tutti i piani queste ossa ci pensa la muscolatura del collo: essenzialmente sono 4 e svolgono tutti una funzione di stabilizzazione.
Il trapezio superiore si occupa di avvicinare l’orecchio alla spalla, inclinando il capo.
Splenio del capo e splenio del collo si occupano di estendere la testa indietro permettendoci di guardare in alto.
Infine l’elevatore della scapola funge ben 3 di queste azioni: estende, inclina e ruota il collo omolateralmente.
DOLORE ALLA CERVICALE: COSA PUo’ ESSERE?
Le cause possono essere molteplici, resta da capire se la causa sia direttamente attribuibile al collo oppure alle strutture circostanti.
Ma analizziamo con ordine le varie opzioni.
Le fratture delle vertebre cervicali possono essere conseguenza di trauma diretto (incidente stradale per esempio) oppure trauma indiretto (un banale tuffo in piscina con impatto sulla superficie dell’acqua).
In entrambi questi casi è opportuna una valutazione specialistica coadiuvata da corretta radiografia per individuare nel dettaglio il problema.
Molto frequente è un’eccessiva tensione della muscolatura del collo, in particolare del trapezio superiore: la causa potrebbe essere una postura viziata, tipica di coloro i quali svolgono attività lavorative sedentarie davanti ad un computer.
In questo caso possiamo agire allentando la contrattura muscolare che si è formata sul trapezio, e istruire il paziente sugli stratagemmi da adottare affinché la problematica non si ripresenti in futuro.
HO SEMPRE BISOGNO DELLE MANI DEL TERAPISTA O POSSO SVOLGERE DELLE ATTIVITà IN AUTONOMIA A CASA?
La risposta è “entrambe le opzioni”. Il lavoro del terapista, il quale oltre ad istruire il paziente sull’adeguata correzione di fattori che peggiorano il sintomo, pone come obiettivo primario la riduzione del dolore.
La terapia manuale in questo frangente è la soluzione iniziale più corretta per approcciarsi al problema: grazie alle manovre di trazione del collo, denominata pompage cervicale, il terapista è in grado di ricostituire la corretta idratazione dei dischi cartilaginei che separano le vertebre.
Successivamente, è importante ridisegnare un corretto asset posturale, affinché il lavoro precedentemente svolto non sia stato vano: si procede quindi a rinforzare la muscolatura del capo e del collo con esercizi contro resistenza (utilizzo di un elastico oppure sfruttando le mani stesse del paziente che fungeranno da ostacolo da vincere).
Tutte queste metodiche verranno approfondite durante la seduta fisioterapica in studio e verrà insegnato al paziente come sfruttare strumenti di uso domestico e adattarli successivamente allo scopo riabilitativo: un esempio molto comune è l’uso di un semplice asciugamano arrotolato e utilizzato per creare una trazione passiva del collo nelle varie direzioni.
MA QUANTO Può DURARE QUESTO PROCESSO DI RECUPERO?
Partendo dal presupposto che, fratture vertebrali a parte, le problematiche cervicali sono situazioni croniche che un paziente si porta dietro da diverso tempo, e non sempre di facile e veloce risoluzione: oltre alle capacità del terapista, una parte fondamentale del processo di guarigione è la compliance del paziente, ossia la sua voglia di guarire e l’impegno nell’affrontare il problema con dedizione e attenzione.
Nel nostro studio crediamo fermamente che per la buona riuscita di un percorso riabilitativo, il rapporto fisioterapista-paziente sia indispensabile, cosi come la convinzione e l’impegno di entrambe le figure per l’obiettivo comune: un paziente che è convinto di poter guarire ottiene risultati estremamente più soddisfacenti!
Non ti resta che metterci alla prova, ti aspettiamo a braccia aperte!
Autore Marco Repele Fisoterapista
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