DOLORE LATERALE D’ANCA: TENDINOPATIA O BORSITE?
Autore: Marta Bresciani Fisioterapista
La borsite trocanterica è una condizione caratterizzata da dolore a livello del gran trocantere
(punto di giunzione tra il collo e la diafisi del femore), sul margine esterno della coscia che può
essere riferito anche più in basso lateralmente.
In realtà, studi recenti basati su risonanza magnetica ed ecografia hanno evidenziato che in
questi quadri sintomatici spesso i segni di infiammazione (gonfiore, rossore, calore) sono
assenti e il dolore è la sola caratteristica tipica che possiamo riscontrare.
Appare invece chiaro il collegamento tra la degenerazione della componente tendinea che si
inserisce sul grande trocantere e la comparsa di sintomi.
Per questo motivo la denominazione “borsite trocanterica” che indica di fatto la presenza di
un processo infiammatorio (suffisso -ite) non è corretta per questa problematica, ed è preferibile il termine “sindrome dolorosa del gran trocantere (GDGT, Greater trochanteric pain syndrome GTPS)” che permette di racchiudere diverse tipologie di problematiche che
possono dare come effetto finale una sintomatologia dolorosa in questa zona.
Epidemiologia ed eziologia
La sindrome dolorosa del gran trocantere è la causa di dolore all’anca per cui i pazienti si
rivolgono alle cure primarie nel 10-20% dei casi, è comune nei giovani adulti e negli adulti
oltre i 50 anni, è più frequente nelle donne fra i 40 e i 60 anni, con una prevalenza generale
nelle donne rispetto agli uomini con un rapporto di 4:1.
I fattori di rischio associati alla sindrome dolorosa del gran trocantere includono l’età,
l’obesità, artrosi di ginocchio o anca, lombalgia ed eterometria degli arti inferiori.
Anche la forma della pelvi e la tensione accentuata dei muscoli abduttori-estensori sono
fattori che influiscono sul sintomo e che spiegano la maggiore prevalenza nelle donne.
Diagnosi
La diagnosi è basata su un esame clinico con la presenza di rigidità della zona
peritrocanterica e di dolore nella regione laterale dell’anca, spesso presente anche a riposo,
quando il paziente è sdraiato in appoggio sul fianco dell’anca dolente.
Per scoprire la causa reale è necessario svolgere una corretta diagnosi differenziale, le cause infatti possono essere innumerevoli:
• Tendinopatia glutea
• Borsite sotto trocanterica
• Sindrome dell’anca a scatto
• Dolore riferito dell’articolazione dell’anca, coxartrosi o altro
• Nevralgia del nervo muscolo cutaneo laterale
• Cadute recenti, traumi, fratture
Un esame obiettivo accurato del rachide, delle anche e del ginocchio è fondamentale per
svolgere una corretta diagnosi differenziale.
Inoltre il fisioterapista può avvalersi di diversi test per valutare ed inquadrare al meglio la
condizione del paziente.
Nel caso in cui dopo l’esame clinico resti il dubbio sull’origine reale della sintomatologia, si
possono effettuare degli esami strumentali.
Trattamento
Il trattamento della sindrome dolorosa del gran trocantere varia a seconda della causa
principale di questo dolore.
Nel caso di tendinopatia inserzionale glutea, l’esercizio fisico è la strada più adatta per
ottenere risultati finali migliori.
In particolare, l’obiettivo è quello di stimolare il tendine ad un graduale recupero della funzione
e della capacità di tolleranza al carico. Non esiste un tipo di contrazione migliore rispetto ad
un altro, ma la gestione del carico e del volume di lavoro fa la differenza per un ripristino
graduale della funzionalità tendinea.
Talvolta risulta utile un’iniziale terapia sintomatica con infiltrazioni locali di cortisonici, con
l’obiettivo di ridurre il dolore nel breve termine e favorire una miglior risposta all’esercizio fisico
con successivi benefici più duraturi.
Gli interventi chirurgici vengono presi in considerazione solo per casi cronici e recidivanti,
non rispondenti a trattamenti conservativi per 6-12 mesi.
La chirurgia può includere: la borsectomia, il rilascio del tensore della fascia lata,
l’osteotomia di riduzione del trocantere o la riparazione del tendine gluteo.
Conclusioni
La tendinopatia glutea è risultata essere la causa più frequente di GTPS “Greater Trochanteric
Pain Syndrome”, anche se non l’unica.
È fondamentale quindi che il fisioterapista svolga una corretta e precisa valutazione per poter
escludere altre implicazioni e approcciare nel miglior modo la patologia, ricordando che le
evidenze scientifiche sottolineano che una buona educazione del paziente e una corretta
gestione dei carichi allenanti sono gli interventi più efficaci nel lungo termine.
Autore : Marta Bresciani Fisioterapista
Fisioterapia e Osteopatia a Brescia
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